martedì 14 febbraio 2012

LIVE REPORT - ENTOMBED

05-02-12 - Entombed @ Demodè - Modugno (BA)

Sono passate da poco le 20 quando dopo esserci scoppolati circa 180 km, arriviamo al demodè di modugno dove da lì a poche ore una leggenda del death metal svedese valcherà un palco nel sud italia per la seconda volta. Nell'attesa dell'apertura delle porte tra una birra e un boccone i presenti devono sorbirsi un dvd di michael jackson, per di più a volume elevato... fortunatamente qualche genio capisce che il pubblico presente è lì per qualcosa un tantino diversa, quindi via a live cannibalism dei cannibal corpse... dopo qualche difficoltà nel premere play! Finalmente però si aprono le porte e la gente si fionda nel locale; verso le 21,50 si sentono le prime schitarrate: sono i Vinterblot ad aprire la serata con il loro death metal pagano forti dell'uscita del loro primo full lenght "Nether Collapse". Il suono è buono e l'impatto c'è, poi loro giocano in casa e buona parte del pubblico (non ancora molto numeroso) apprezza e incita la band scapocciando a tempo, e tra un brano e l'altro, nella mezzoretta a disposizione, i ragazzi di bitonto tirano fuori anche una cover di "Paranoid" dei Black Sabbath in una versione abbastanza incazzata.
Circa 15 minuti per il cambio palco ed ecco arrivare i casertani Midian: tecnicamente ci sono, e si muovono sul palco con gran disinvoltura, segno che la band è rodata ed è a proprio agio nella dimensione live, purtroppo il suono delle chitarre è un po' troppo chiuso all'inizio della loro esibizione, migliorerà man mano che la performance va avanti. La voce della frontwoman Miriam Granatello è dura e aggressiva, ma in alcuni frangenti risulta nascosta dal resto della band, ma tutto sommato i brani tratti dal loro disco d'esordio "Screaming Demon" scorrono bene e la loro mezzora di concerto rende benissimo.

Ok, le prime due band hanno scaldato per bene il demodè e il suo pubblico, ma la situazione da calda diventa rovente: è il momento dei Buffalo Grillz!!! La band capitanata da Enrico "Tombinor" Giannone (ovvero una grande vecchia conoscenza della scena estrema italiana e non solo, grazie ai palchi calpestati e ai timpani devastati in anni ed anni con gli inossidabili Undertakers), è una furia cieca! Grind al fulmicotone vomitato sui presenti, Mastino dietro le pelli detta i tempi con dei blast beat fulminanti, Cinghio e Gux mitragliano riff senza tregua, e Giannone si muove sul palco con la grazia di un gorilla scappato dalla neuro.
In circa 45 minuti i Buffalo Grillz sfoderano brani sia dal disco d'esordio "Grind Canyon" che dal lavoro di imminente uscita "Manzo Criminale" passando da "New World Disagium" a "Forrest Grind", da "Grind Raccordo Anulare" fino adirittura da una improbabilissima cover di "La Canzone Del Sole" di Battisti che non solo si sarà rivoltato nella tomba, ma con ottime possibilità si è disseppellito e sta già cercando il combo romano/partenopeo per una jam sepolcrale. Qualcuno tra il pubblico si lamenta perchè si poga troppo poco (e non ha torto!!!), quindi ci pensa il buon Tombinor a "rallegrare" la situazione lanciandosi oltre le transenne che stanno sotto al palco: stage diving continuando a cantare/urlare sempre stringendo in mano il microfono il cui cavo tirato all'inverosimile riesce a resistere a questa dura prova... in pratica quello dei Buffalo Grillz è stato davvero un Grind concerto!!!


Sono passati ormai 20 minuti oltre la mezzanotte quando parte l'intro che accompagna l'entrata in scena degli Entombed. Non faccio in tempo a notare che Nico Elgstrand è passato alla chitarra lasciando il posto al basso a Victor Brandt (già con i Satyricon), e si è subito travolti dal loro muro sonoro pregno di death metal old school con "Sinners Bleed"! Preso dall'incredibile impatto del combo di Stoccolma non ricordo precisamente la scaletta, ma la primissima parte del concerto è incentrata su brani del primo periodo come "Living Dead" e "Left Hand Path" e andando avanti si fa largo il death 'n' roll di pezzi come "Serpent Saint", "Say It In Slugs" o "When in Sodom". Lars Goran Petrov con la sua immancabile maglia di King Diamond (è la stessa che portava nel 2008 quando suonarono al teatro Kismet di Bari) è in ottima forma, e tutti hanno una spettacolare presenza scenica, specialmente Victor che con il suo basso si immola al centro del palco, ma raccapricciante il momento in cui Petrov nel tentativo di soffiarsi il naso rimane con il blob (il fluido che uccide) che penzola tra barba e capelli, e risolve il guaio spalmandosi il tutto sulla testa... brividi!
Il concerto va avanti e gli Entombed continuano a macinare: in ordine rigorosamente sparso "Crawl", "Demon", "I For An Eye", l'immancabile "Wolverine Blues", e ancora "Eyemaster", "Hollowman" e molte molte altre per circa 2 ore di live incandescente! Una prestazione superba: la loro brutalità sul palco probabilmente è superata solo dalla loro umiltà sotto al palco come si accorgeranno molti fans dopo il concerto... che gente fantastica! Dopo una vera e propria lezione di death metal nordico i nostri si prestano tranquillamente per foto e qualche chiacchera mentre i tecnici si aggirano sul palco per cominciare a smontare, la serata è finita e il roboante tuono degli Entombed è ancora fervido... ma è ora di rimetterci in marcia per i 180 km del ritorno, qualcuno tra poche ora dovrà andare a lavorare!

Foto by Dax: flickr.com/daxpala

Piranha


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Recensione DISEASE ILLUSION

Disease Illusion - Backworld
(2011, Ultimhate Records)
melodic death metal

Non c'è nulla da dire: il death metal melodico di riconoscibilissimo stampo svedese, ufficialmente nato con gli At The Gates e portato alla pubblica e sconfinata acclamazione con formazioni di tutto spessore come In Flames e Dark Tranquillity, è oggi un genere relativamente saturo di band, e per sua stessa conformazione non concede purtroppo una libertà di espressione molto elevata, pena l'uscita dai canoni del genere musicale suonato, appunto. Gli stessi In Flames per non ripetersi di continuo si sono riversati in una sorta di nu metal/metalcore di relativo gusto. I Dark Tranquillity invece sono rimasti più fedeli alla loro identità ma hanno voluto rendere più complesso e introspettivo il loro songwriting, con risultati forse non molto apprezzabili a livello di vendite, ma che comunque meritano rispetto in quanto si tratta pur sempre di lavori più che discreti. Non cito altre band per non dilungarmi troppo, ma devo purtroppo attestare che il panorama del cosiddetto "gotheborg death metal" ha ormai detto tutto ciò che aveva da dire: decine, centinaia, forse migliaia di band ripercorrono il percorso dei mostri sacri del genere ma scopiazzandosi l'una con l'altra e senza innovare nulla.
E i nostri Disease Illusion? Beh, diciamo che anche loro seguono l'onda, ispirandosi chiaramente alle band di fama mondiale (Dark Tranquillity in primis), ma c'è da dire che lo fanno con uno stile impeccabile e una professionalità senza pari. Certo, l'impronta dei Dark Tranquillity si riconosce dappertutto e sembra quasi di ascoltare un loro disco, anche a livello di produzione: davvero un ottimo lavoro, non c'è nulla da criticare (piccola nota: anche i cantanti delle due band assomigliano non poco, e non solo vocalmente ma anche nei lineamenti). Tecnicamente e come songwriting "Backworld" è un disco che farà versare qualche lacrima agli amanti del genere, perché nelle sue melodie ricorda veramente il periodo d'oro del melodic death, prima che la noia o le esigenze di marketing contaminassero ogni cosa, allontanandole dalla purezza originaria e dalla freschezza compositiva, che nel disco dei Disease Illusion invece si respira ovunque, in ogni nota, che sta lì perché lì deve stare. Nessun passo falso, una concretezza di suono che è davvero difficile da trovare in una band, specialmente emergente. Il growling/screaming usato è graffiante e aggressivo ma al tempo stesso è gradevole da ascoltare, non irrita né annoia. Soltanto un piccolo appunto sulla pronuncia inglese, più che discreta ma non eccezionale: particolare che tuttavia si può notare solo nelle rarissime parti in clean vocals. A livello strumentale invece, posso dire che il mood generale tende al "malinconico": un'aggressività passionale e con una venatura di tristezza, che suscita ancor di più la sensazione di "freddo glaciale" che il genere stesso (essendo comunque nato in Svezia) si propone di trasmettere in chi l'ascolta. Anche la copertina e il booklet aumentano il "pathos", raffigurando scenari apocalittici di città devastate e colorate con gradazioni freddissime e metallizzate di nero e verde scuro.
Sostanzialmente, "Backworld" è un album che pecca un po' di originalità, ma giusto per il genere musicale scelto, ormai inflazionato da band che propongono sempre le stesse sonorità. Ciò che però in quest'album viene proposto, viene fatto in maniera davvero superlativa. Se sognavate che i Dark Tranquillity tornassero ai fasti di "Damage Done", "Fiction" o anche dello sperimentale "Projector", beh avete trovato in Backworld un disco che potrà soddisfare appieno i vostri desideri.

Voto: 8


Tracklist:
01 - Last murder
02 - Eyes of Medusa
03 - Predator
04 - From ashes to dust
05 - Denied
06 - One last breath
07 - The truth
08 - Everything into nothing
09 - Redemption of the dreamer
10 - Light on this Earth

Grewon


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Recensione LAMB OF GOD

Lamb of God - Resolution
(2012, Epic - Roadrunner)
Groove/Thrash

Con l’ingresso del 2012 non si fa attendere la prima uscita di grande livello nell’ambito del metal di stampo moderno;stiamo parlando dei Lamb of God che con il loro “Resolution” inaugurano questo nuovo anno nel migliore dei modi. Non lasciatevi ingannare dai colori spenti dell’artwork perché, una volta inserito il disco nello stereo, le vostre casse esploderanno per la potenza delle quattordici tracce che compongo l’album! "Straight for the Sun" è il pezzo/intro di apertura che lento e cadenzato ci regala la sensazione di essere proprio in mezzo a quel deserto raffigurato in copertina; con l’ingresso del secondo brano ecco che si iniziano a riconoscere i tratti caratteristici del quintetto della Virginia: riffing veloce, forte presenza di groove di batteria e stacchi taglienti! "Ghost Walking" è il terzo brano nonchè singolo che ha annunciato l’uscita del disco, si apre con un intro di chitarra acustica che richiama la musica country per poi sfociare in un muro di suoni; da sottolineare l’eccellente assolo di chitarra! "Guilty" si apre con Randy Blythe che ci sputa in faccia tutta la sua rabbia (sarà quella di cui parla nel comunicato di candidatura a Presidente degli Usa?), è un brano che alterna parti veloci a rallentamenti di ottimo gusto. Ed eccoci qui arrivati al quinto brano che sembra essere il meno ispirato dell’intero disco con alcune parti che ricordano quelle di “Blacken the Cursed Sun” (brano presente in Sacrament,2006);Il brano successivo è "The Number Six", che, al contrario del precedente, a parer mio, rappresenta il brano più innovativo dell’intera track-list: i ritornelli sono melodici e potenti e segnalo anche la presenza di influenze prog abilmente gestite dal bassista John Campbell. Le tracce che intercorrono fra la numero sei e la nove servono a spianare la strada a "Insurrection",un brano decisamente particolare con influenze che richiamano alla mente i Soilwork di “Figure Number Five”. Ci avviciniamo alla conclusione ed ecco che "To the End" ci ricorda che i LOG sono un gruppo groove/thrash senza fronzoli,non puoi non fare un po’ di sano headbanging su questa canzone,sono proprio i riff che,sparati nelle casse,ti sbattono la testa da una parte all’altra! Con "King Me" arriviamo alla fine,qui è da segnalare la collaborazione con una cantante lirica! In conclusione “Resolution” è un buon disco,di quelli che gli amanti del genere dovrebbero avere e dimostra che i Lamb of God dopo 17 anni dalla loro fondazione e al settimo album in studio sono ancora presenti e possono ancora dire la loro!

Tracklist:
Straight for the sun
Desolation
Ghost walking
Guilty
The undertow
The number six
Barbarossa
Invictus
Cheated
Insurrection
Terminally unique
To the end
Visitation
King me

Voto: 7,5/10
Vicustrodden


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lunedì 13 febbraio 2012

Recensione OTHER GODS

Other Gods – Dawn Of The Other Gods
(2011, Autoprodotto)
Black/Folk

Tra le mie mani un interessante Ep Autoprodotto, “Dawn of the Other Gods” dei Molfettesi Other Gods, giovane quanto promettente band Viking Black Metal presente nella scena Barese dal 2007. L'Ep si presenta, sin dalla Cover Art e dal Booklet, minimale e fortemente “old-school oriented”, una caratteristica predominante sia nel sound che nel songwriting, presentando quattro pezzi di crudo e melodico Black Metal dai numerosi spunti Folk.
Ascoltando il primo brano, Plague, è possibile percepire immediatamente il mood grintoso, dalle sonorità vagamente Dissection, che mantiene alto il coefficiente di versatilità; è rapido il passaggio da atmosfere down-tempo, sfiorando tonalità stoner, a frenetici blast beats, base ritmica di melodie non lontane da Windir e Dimmu Borgir di Stormblast, per poi sfociare in un assolo. Si procede con Nameless Cult, violenta musicalmente quanto concettualmente, traccia di ottimo gusto e di buon valore tecnico. Svetta l'interpretazione di un cantato aggressivo, uno scream raw, caldo ed intenso, e un buon duetto dei due chitarristi, sottile e coeso. L'ottimo lavoro dietro le pelli ricorda gli epici Mithotyn, per semplicità quanto per velocità, accompagnato da un basso portante, spesso di sfondo al mix, capace tuttavia di emergere con buon tocco, talvolta in assolo o in flanger. No Redemption appare come il brano più personale, probabilmente il più maturo musicalmente, decisamente il più convincente della tracklist e che ho gradito maggiormente. Si alternano interludi epici, drammatici, chiaramente ispirati dalle melodie masterpiece di Bathory e primi Immortal, a strofe incalzanti, dal gusto viking, e ancora accellerate non lantane dallo stile Einherjer. La canzone accompagna e trasporta per quattro intensi minuti, complici versi riverberati, dettagli acustici e una sezione ritmica da giusto contrappeso al mood.
L'ultimo pezzo, Folklore, come da titolo si avvicina a stornelli prettamente Folk Metal, partendo con un coraggioso levare, inizialmente fuorviante, che lascia spazio ad inserzioni aggressive e rapide, non dimenticando nel fade-out finale la propria firma, lasciando che l'ascoltatore sia guidato da una sinfonico, enfatico, synth.
Per essere un Demo Album, la qualità audio è decisamente sopra la media e nonostante qualche leggera e secondaria sbavatura di esecuzione il prodotto valorizza le qualità del quintetto, che ha registrato sotto la supervisione del producer Giuseppe Dentamaro dei Golem Dungeon Studios di Bari ad inizio 2011.
Chiariamoci, chi cerca virtuosismi, barocche melodie o eccessivi ricami armonici, rimarrà deluso, per tutti gli altri, come me, che cercano tensione drammatica, attitudine, e soprattutto sincerità, rimarrà piacevolmente colpito. Gli Other Gods sfruttano un'arma a doppio taglio, una grande versatilità ( ce n'è per tutti! ), essendo ampiamente influenzati da più sfumature di Metal; auguro loro di solcare con ancora più decisione il proprio sound, poiché la personalità non manca!
Un prodotto dal gusto raro, specialmente qui in Italia Meridionale, doppiamente consigliato il supporto!

Contatti:
www.facebook.com/pages/Other-Gods/296221251295
www.myspace.com/othergodsita


7 / 10

Vandrer


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Recensione DEVASTATOR

Devastator – La Musica fa schifo
(2011, Fadeout Records)
Thrash-core

Puntuale come uno speciale di Porta a Porta dopo una tragedia, arriva il nuovo album degli iperattivi toscani Devastator, di cui il precedente ep "Andatevene tutti affanculo" anticipava 4 pezzi, dandoci un assaggio di ciò che ci aspettava.
"La musica fa schifo" oltre ad essere l'album del decennale è un perfetto condensato di questi dieci anni di attività., a partire dal titolo, come al solito dissacrante e in pieno stile Devastator, finendo poi alla bellissima copertina in cui sono presenti rimandi di tutti gli album precedenti.
La musica invece, cangiante di album in album si assesta stavolta su un punk-thrash di chiara ispirazione Negazione/Raw Power con 16 tracce (di cui 3 brevi intermezzi) con la batteria a rotta di collo per un headbanging continuo.
L'antipasto del precedente ep ci aveva fatto prendere confidenza con la novità più grande in casa Devastator, ovvero il passaggio anche alla voce del chitarrista Rob, che si discosta in modo netto dal precedente singer con la sua timbrica ruvida come un foglio di carta vetrata,; ruvida sì ma anche un pò monocorde, per fortuna l'innesto di vari cori compensa bene, dando più varietà al cantato.
La sua prova al microfono è comunque buona, seppur con qualche piccolo calo, comprensibile data l'inesperienza.
Altra novità è data dal cantato in italiano, più adatto per vomitare in faccia a gli ascoltatori le tematiche urticanti e irriverenti di queste tre teste calde. Date un ascolto a pezzi come "Vergine", "Sfilata di moda" ( in cui sbeffeggiano le odierne bands che alimentano il "pay to play"), "La mafia è una montagna di merda", l'eloquente "Bono fai vomitare", che oltre ad essere uno dei migliori pezzi del lotto è un sonoro fanculo all'ipocrisia del leader degli U2 (che tra l'altra sta sulle palle anche al sottoscritto) e infine "X Falsor", in cui vengono presi di mira questi "talent show" che di talent hanno poco e di show ancora meno.
Il gustoso mix Devastator oltre ai già citati "Bono fai vomitare" e "X Falsor" convince anche inaltri episodi come "La bella musica" , da cui è stato estratto il primo videoclip, ma anche in "Sono un terrorista" , tutte e 4 brevi staffilate punk-hardcore.schizzatissime, in cui nel riffing troviamo anche una leggera venatura System of a down .
Apprezzabili anche le variazioni sul tema, con il ritmo latino delle percussioni su "Shock alfabetico", intermezzo strumentale particolare e "coraggioso" ( il fatto di sperimentare simili "azzardi" rimarca la sicurezza e la personalità di questa band).
Cercare di descrivere a parole ciò che è la folle dimensione Devastator è impresa ardua, molto meglio concedere loro un ascolto, o li amerete o li odierete.

"E' inutile che ti sforzi tanto di ascoltare la melodia, il significato del testo.. LEGGI STO' CAZZO"
(Devastator La bella musica)

Tracklist:

1. La Musica Fa Schifo
2. Vergine
3. Ho Sbagliato Tutto
4. Necrolucro
5. Sfilata di Moda
6. Non C’è Niente da Ridere
7. Coscienza a Posto Minorenne
8. Shock Alfabetico
9. La Mafia E’ una Montagna di Merda
10. Calma Dignità e Classe
11. Bono Fai Vomitare
12. La Bella Musica
13. Se Mi Paghi Ti Avveleno
14. Sono un Terrorista
15. X Falsor
16. Meglio L’Eroina


VOTO: 7/10

Torrrmentor


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Recensione NECRASS

Necrass - Octopussy
(2011, Qanat Records)
Grindcore

Dopo l'ottimo demo Etrofacus, i palermitani Necrass tornano con tutta la loro violenza ed irriverenza con questo Octopussy.
Una versione più osè ma sicuramente più utile di Hannibal, Baracus e soci da il via alle ostilità con tempi vorticosi e liriche gutturali espresse sempre ad alti livelli.
Dopo la canzone di denuncia sociale, approvatissima da parte mia, Dammi il culo ...or die, la durata minima delle canzoni, come genere impone, ci porta ad Amore ittico e l'attrito, con una cura della sezione ritmica molto più attenta rispetto al demo.
Ragona bastard, Ejaculazione feroce e Ti penedico, proseguono su tempi serratissimi e ritmi vorticosi, ma qui c'è da metterci anche l'irriverenza dei testi che rende tutto l'ascolto molto più piacevole.
T.v.b., Plasticazzo di ghiaccio (Mubdone), Fangosso sono tutti pezzi di breve durata ma alta intesità tecnico compositiva che vanno ad impreziosire ulteriormente questo album, portandoci direttamente verso Lo scafandro, Marronchiaro e Penis captivus che chiude magistralmente un lavoro sempre sopra le righe sia dal punto di vista tecnico che per attitudine nel sound.
Il demo dei Necrass, già aveva fatto ben capire il potenziale della band, ma questo Octopussy, con una metrica più ricercata ed un sound più curato è veramente un disco di punta per i cultori del genere.
Feroci, precisi, tecnici ed oscenamente irriverenti, ottimi Necrass.

Tracklist:
1 ANAL TEAM
2 DAMMI IL CULO ....OR DIE
3 L'ATTRITO
4 RAGONA BASTARD
5 EJACULAZIONE FEROCE
6 TI PENEDICO
7 T.V.B.
8 PLASTICAZZO DI GHIACCIO
9 FANGOSSO (MUDBONE)
10 LO SCAFANDRO
11 MARRONCHIARO
12 PENIS CAPTIVUS

Voto 7


Furia


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Recensione NECRASS

Necrass - Etrofacus
(2008, Autoprodotto)
Grindcore

Etrofacus è l'ep di presentazione della band sicula porno grind Necrass, band che esprime un sound similare a band del calibro di Disgorge ed Agathocles oppure degli Ultimo mondo cannibale giusto per restare in tialica terra. targato 2008.
Sin dalle prime battute la violenza propria del grind dilaga, La divoratrice di peli e Cane nero sono perle di inaudita violenza, ma la personalità nell'espressione nel sound, si sente quando i ragazzi ci mettono anche la lingua madre nelle liriche di Minico, segno di maturità ed autonima di stile.
In Clitoride mannaro e Pompino all'acqua calda, si puo' notare, che la ferocia del sound non è fine a sè stessa, ma frutto di un invidiabile tecnica strumentale, soprattutto negli incastri di sezione ritmica, sempre incalzante ed opportuna.
Intervallo e Verme taglierino, proseguono su tempi tiratissimi con una prova vocale sempre all'altezza dell'alto livello compositivo espresso.
Tri mutura ritorna alle tinte sicule che la rendono unica e la title track è un simposio di strumenti portati all'estremo, senza tregua, senza sbavature, violento, feroce e senza fronzoli....semplicemente grind.
A fissa o riviaissu, Verità supposte e Lo sgocciolo, non lasciano scampo, per un album che fino ad ora, poco ha di demo di presentazione, ma per maturità compositiva, ha tutti i numeri per essere un debut album.
Chiude il lavoro la bellissima Il maggiordomo nello stato del pappagallo, che chiude in sintesi tutto il valore di quest'album.....grezzo, feroce e preciso.
Unire l'essenza del grind, alla genialità di simili testi e titoli non è da poco, se poi ci mettiamo che i necrass non hanno nulla da invidiare per tecnica compositiva ed espressiva, il valore di questo album diventa ancora più grande.
Etrofacus è curato in tutti i dettagli, dalla ricercatezza dell'artwork, alla sapiente espressione di violenza in un lavoro di brevissima durata, proprio come i canoni del genere impongono.
Per concludere, ottima tecnica, ottimo stile ed ottima interpretazione, se questi sono i presupposti ci si può aspettare davvero tanto dai Necrass.

Tracklist:
1 La Divoratrice di Peli
2 Cane Nero
3 Minico
4 Clitoride Mannaro
5 Pompino all'Acqua Calda
6 Intervallo
7 Verme Taglierino
8 Tri Mutura
9 Etrofacus
10 A Fissa o Riviaissu
11 Verità Supposte
12 Lo Sgocciolo
13 Il Maggiordomo nello Stato del Pappagallo

Voto 6.5

Furia


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Recensione TRISKELION

Triskelion - Burn
(2011, Autoprodotto)
Heavy Metal

Da Catania, i Triskelion ci offrono il loro Demo, Burn, lavoro dalle chiare tinte heavy metal con influenze epic.
La maideniana, Burn in my hell, apre questo lavoro, facendo subito notare l'invidiabile coesione strumentale, tra l'azzeccatissima distorsione della chitarra ed il suono del basso sempre in primo piano, le abilità tecniche fanno presagire un ottimo risultato.
Rebirth in fire si attesta in sonorità più cupe, che oltre a confermare quanto di buono sentito prima, deliziano con la prova canora anche nelle tonalità più basse, amalgamando il tutto con una buona prova di personalità nell'interpretazione del sound.
In un album d'ispirazione maideniana, non puo' mancare una cavalcata, ed eccola servita.... Why è davvero pregevole nel suo incedere, suonata alla perfezione con l'aggiunta della pregevole prova dietro le pelli ed il gusto armonico che rendono molto difficile farla uscire dalla testa. Chiude questo demo Delirium, che conferma tutti gli spunti ottimi dei primi pezzi, esaltando la personalità nella sezione ritmica facendo sempre coesistere ottimi individualismi sia nella prova della singer, che nella registrazione di basso che nell'alternanza tra riff ed accelerazioni di batteria.

Da Catania, dunque, un esempio di come una line up formata per i 3/4 da donne, possa ricevere complimenti non solo per la bella presenza ma anche per la cazzutaggine del groove e la preparazione tecnica espressa.
Questo burn, getta le basi, per un sound ed una band che, continuando ad esprimersi su questi livelli, prossimamente potrebbe dire violentemente la sua nel panorama italiano heavy metal.

Tracklist:
1 burn in my hell
2 rebirth in fire
3 why
4 delirium


Voto 6.5


Furia
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Recensione HISTORICA

Historica – Historia Magistra Vitae
(2011, Autoprodotto)
Thrash/Epic/Metal

I piemontesi Historica, attivi dal 2009, nascono dall’incontro tra la vocalist Danielle Fiore, e il chitarrista Danilo Bonuso, vecchia conoscenza dell’underground metal salentino con gli indimenticati Extinction, pionieri nel campo del death metal melodico non solo nel sud Italia, che a metà degli anni novanta con un solo demo-tape all’attivo si ritagliarono un bel po’ di visibilità. I due hanno l’ambizioso progetto di coniugare la storia con il metal, ne esce quindi questo ep con cinque brani inediti più una cover, tutte le musiche sono a firma di Bonuso, mentre i testi ad eccezione di Lightning Maker sono stati scritti dalla Fiore, e sono incentrati su importanti accadimenti storici che hanno lasciato un segno indelebile nel corso degli anni, infatti il titolo del lavoro non lascia dubbi. Azzeccatissima anche la copertina di sicuro impatto dove vengono vorticosamente raffigurati alcuni personaggi storici, e notevole sicuramente tutto il lavoro grafico del booklet che accompagna il cd in questione curata sempre dall’axeman Danilo.
Ma veniamo alla musica proposta: già dalla title track che apre il disco ci ritroviamo immersi in un sound thrash oriented, ma con matrici heavy metal tipicamente ottantiane che non fanno mai male date dai riffing di Bonuso, e sorrette alla perfezione dalla sezione ritmica composta da Dax al basso e Claudio Berruto dietro le pelli, con cambi di tempo che portano verso il death metal sia per le accelerazioni che per i momenti cadenzati pesanti e oppressivi. Quanto appena descritto è tutto ben fatto, ma l’asso nella manica sta nella voce della gentil donzella Danielle… ma è stato giocato davvero bene questo asso? La ragazza fa viaggiare la propria voce in diverse direzioni, passando da maligni scream e potenti growl, fino ad arrivare a parti pulite dove si tocca anche il cantato lirico, ma mentre nelle parti incazzose la rossa Danielle dimostra di non temere nessun confronto con cantanti del sesso opposto, offrendo una prova decisa e grezza (nel senso buono del termine), le clean vocals non convincono specie quando si cimenta in tonalità medio-basse… rimane comunque da lodare il coraggio di esplorare con tanta naturalezza dei lidi vocali molto lontani l’uno dall’altro, e questo non è affatto cosa da niente.
I cinque brani scorrono ottimamente, ma si fanno notare soprattutto Luther con i suoi riffs “straight from eighties”, e la bellissima e già citata Lightning Maker, e a chiudere il disco arriva una cover che sicuramente ci sta benissimo in un lavoro del genere, dove la storia è il filo conduttore tra tutti i brani, e stiamo parlando di Rebellion (The Clans Are Marching) dei teutonici Grave Digger, proposta in una versione non lontana dall’originale che si fa ben apprezzare: il groove c’è, ma chiaramente la vena epica della band di Chris Boltendahl sprigionata in questo brano (e non solo) è impareggiabile, infatti a mio avviso lascia a desiderare la scelta di sostituire la parte delle cornamuse con una chitarra… ok, una cover va personalizzata se non si è la solita tribute band del cazzo, ma in questo caso il risultato non mi convince!
La produzione è compatta, ma le chitarre risultano un tantino ovattate, e nonostante ogni strumento si lascia ascoltare nitidamente, si ha l’impressione che da un momento all’altro il disco debba esplodere… di fatto l’esplosione non arriva mai. Ad ogni modo il giudizio in generale di questo debutto direi che è positivo, il songwriting di Danilo pur senza inseguire soluzioni originali direi che è riuscitissimo, e la voce di Danielle in alcuni punti brilla, in altri sembra una gemma ancora un tantino grezza, ma è pur sempre una gemma, e con un po’ di lavoro ed esperienza potrebbe brillare più di quanto non ci si aspetti.

Voto: 7

Piranha


Contatti:
www.nationofmetal.com
danilaw@live.it

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Recensione CADAVER MUTILATOR

Cadaver Mutilator - Nechronicles
(2009, Autoprodotto)
Death

Mini cd di 5 tracce per i palermitani Cadaver mutilator, che sbattono questo Nechronicles in faccia a tutti i fan di death metal come scuola americana comanda, lavoro che delizierà i palati dei fan di Hate eternal, Cannibal corpse e Suffocation solo per fare qualche nome.
L'intro è solo il preludio a quanto male può fare Putrid meat walking, sano death metal senza fronzoli e melodiche comportamentali di sorta....pura violenza death metal che da inizio al massacro nel migliore dei modi, con una prova dietro le pelli davvero esaltante.
Rotten flesh puppet ci permette di apprezzare il timbro vocale, sempre costante e presente in un connubio perfetto di riffing ed accelerazioni, con un sound che si discosta dai rigidi canoni del genere, permettendosi anche qualche piacevole virtuosismo.
Cannot folder e Proliferation through carnal gorge, mettono in gioco tutta la sapienza compositiva unita alla tecnica d'esecuzione, un mix di riff taglienti e ripartenze valorizzato da una registrazione davvero ottima ed una prova vocale devastante.
End of days, chiude questi 5 brani, con un interpretazione che rende unico un sound così estremo, rappresentando una maturità compositiva vista in gruppi come gli Hate eternal di mr Rutan, segno che si può valorizzare anche il sound più estremo se si hanno le qualità tecniche per farlo.
Ottima registrazione e ricercatezza nell'artwork in questo Necronichles, che insieme alle doti tecniche ed all'attitudine nel sound, portano questo lavoro tra i top album per il genere espresso.
Il genere estremo, oltre a Natron, Hour of penance, Putridity, Sickening e tante altre validissime band, per il valore dimostrato, può annoverare senza dubbio, i Cadaver mutilator, tra i migliori gruppi estremi ad oggi presenti in Italia.
Un album perfetto sotto ogni oggettivo e soggettivo punto di vista che consiglio non solo ai fan del genere ma anche a chi non creda che la coerenza e l'attitudine estrema paghino.

Tracklist
1 Putrid Meat Walking
2 Rotten Flesh Puppet
3 Cannon Folder
4 Proliferation Through Carnal Gorge
5 End of Days

Voto 7


Furia


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Recensione ABSURD UNIVERSE

Absurd Universe - Habeas Corpus
(2011, Punishment 18)
Death

Direttamente dai Paesi bassi, gli Absurd universe, che più che una band, visto la loro line up, definirei il side project dei Sinister, arrivano con questo debut album, Habeas corpus che lascia un po' l'amaro in bocca ai fan di questa formazione.
La curiosità nell'ascoltare questo gruppo cover dei Sinister tiene giusto History of a new hell ed Freedom Less, poi il dubbio che il batterista si sia impantanato sulla stessa scomposizione perenne diventa una certezza.
Blood collector, Ship of enslavement ed A stone for your skull secondo me rischiano addirittura la denuncia di plagio da parte degli Slayer..... per fortuna che sull'esecuzione tecnica dei pezzi c'è da scoccare una lancia in favore dei nostri eroi, che dimostrano tutta la loro maestria nel costruire ed eseguire tecnicamente un pezzo....ma tolto quello, tutto il resto è noia.
Anonimamente siamo arrivati a metà album e continuando con red water e Boiled by dead Water, la musica non cambia, qualche riff più entusiasmante supportato da un cantato accattivante per una prova generale della band che definirei scolastica, nulla di più.
Under Command e New world domination// the endless quet chiudono finalmente quest'album, che mi ha fatto letteralmente sprecare un trenta minuti della mia vita.
Sulle qualità tecniche della band e la registrazione, nulla da obiettare, tutto perfetto per attirare l'attenzione di un pubblico meno preparato ed esigente di quello dei Sinister.
Ma ne valeva davvero la pena?
Un lavoro di una monotonia disarmante, che si sarebbe potuto accettare come demo di una band x underground, ma da una simile line up, si esige di più, molto di più visto il sound a cui ci hanno abituato.
Un album anonimo nelle idee e scolastico nell'esecuzione del sound, lavoro di cui si puo' fare tranquillamente a meno.

Tracklist:
1.History of a New Hell
2.Freedom Less
3.Blood Collector
4.Ships of Enslavement
5.A Stone for Your Skull
6.Red Water
7.Boiled by Dead Water
8.Under Command
9.New World Domination/The Endless Quest

Voto 4


Furia


Continua…